sabato 6 aprile 2013

On gay things and making the world a better place

Principalmente, scrivo questo post perché posso. E perché tratta di qualcosa di cui avevo intenzione di parlare ormai da tempo. Si parlerà, come suggerisce il titolo, di "cose gay" e del rendere il mondo un posto migliore. Se queste due tematiche non vi danno fastidio, e avete intenzione di continuare a leggere... beh, complimenti! Siete degli esseri umani decenti.

you tried and you did it

Il punto è che un essere umano decente dovrebbe come minimo desiderare di cambiare il mondo. Probabilmente non lo farà, probabilmente non ne ha il coraggio, ma sotto sotto, dovrebbe volerlo. L'idea di poter fare qualcosa di tangibile e gratificante per la propria comunità è una delle scintille che spingono l'umanità ad andare sempre avanti, ed è una delle cose che più apprezzo nel nostro genere.
Eppure, irrimediabilmente, a volte mi sembra di star retrocedendo.
Proprio quando mi siedo soddisfatto sul letto, contento di poter assistere a iniziative meravigliose e conoscere gente degna di nota, bum. Arriva la batosta, ed il mondo mi sembra girare al contrario.
Proprio quando mi convinco che l'amore sia la forza più potente al mondo, qualcuno decide di scuotermi.
E così mi ritrovo a sentirmi uno dei pochi elementi volenterosi di rendere il mondo un posto migliore.


Sta di fatto che, qualche mese fa, mi è capitato di leggere un libro Young Adult e di rimanerne particolarmente colpito.
Come probabilmente già sapete, lo Young Adult è uno dei miei generi preferiti. Adoro leggere storie indirizzate a me, come persona e come adolescente, ed adoro poter empatizzare con dei personaggi vicini a me in quanto a età, situazione economica, sociale etc.
È un piacere che mi piace permettermi, parallelo a generi diversi — forse letti con meno costanza e passione.
Il punto è che trovo gli Young Adult quasi educativi. Non credo che uno scrittore debba per forza tentare di educare qualcuno, e sono convinto che le opinioni dello scrittore non debbano coincidere con quelle dei suoi lettori o dei personaggi scritti. Tuttavia sono convintissimo che, quando uno scrittore decide di parlare ad un pubblico di giovani adulti, debba fare attenzione ai termini utilizzati e ai messaggi impliciti o espliciti della storia che intende raccontare.
Per questo, quando mi sono ritrovato davanti a insulti chiaramente omofobici in un libro YA italiano, ci sono rimasto totalmente di sasso.

Piccola premessa: non dirò il nome del libro. Non voglio davvero addossare colpe e non è una questione di chi, quanto di perché. Non solo voglio capire il motivo di questa cosa, ma voglio scoprire se sono l'unica persona a pensarla in questo determinato modo.
In questo libro, italiano e diretto a un pubblico giovane, durante più scontri tra il bullo della scuola e il protagonista (o il sidekick del protagonista, a scelta) vengono utilizzati termini omofobici per insultare.
Insomma, al posto di 'coglione', 'mezzasega' o 'cretino', abbiamo proprio 'frocetto' o 'finocchio'.
La parte lesa, nel caso di questo libro, non è omosessuale; il libro non gira attorno a tematiche appartenenti all'universo LGBT e chi usa questi termini non arriva mai a scusarsi per essi o a ribaltare la situazione apparendo così come un adolescente maleducato ed ignorante.
Quello che mi chiedo è, perché utilizzare un termine così carico emotivamente quando è possibile sceglierne uno altrettanto offensivo e più mirato? Perché mettere in ballo minoranze di cui il libro, tra le altre cose, è sprovvisto?
La risposta che la maggior parte della gente sembra darsi è la seguente:

  1. le opinioni dei personaggi all'interno del libro non sono specchio delle opinioni dell'autore, che ripropone fedelmente il linguaggio degli adolescenti di oggi.
  2. i termini utilizzati all'interno del libro sono privati del loro significato originale e dunque non possono venir reputati offensivi o pericolosi.

Eppure, io ho da ridire.
Per quanto riguarda il primo caso, replicare il linguaggio degli adolescenti di oggi in questo modo, a parer mio, potrebbe essere dannoso. Prima di tutto, perché l'autore non dona al lettore una chiave di lettura e non distingue ciò che è bene da ciò che è male. Sono convinto che questa non debba essere una responsabilità dell'autore — che non vuole insegnare, ma solo raccontare una storia — eppure con una tematica così difficile mi sembra strano lasciar scivolare il tutto. Stiamo parlando di un libro pubblicizzato apposta per raggiungere il pubblico più vasto possibile, partendo dal titolo scelto ad hoc e arrivando alla copertina creata per risaltare alla vista delle masse. Non credo che esistano lettori che, davanti a passaggi simili, si metteranno a pensare 'wow, devo imitare questa situazione, adesso darò del gay a chiunque!'. Penso, però, che sia un processo più sottile e inconscio.
Se non sono a conoscenza delle tematiche LGBT, i lettori più inesperti assimileranno quei passaggi come situazioni normali — cosa che non dovrebbero essere.

Per quanto riguarda la seconda plausibile risposta, preferisco non essere d'accordo. Questo perché per quanto tu possa privare una parola del suo significato originale, c'è sempre possibilità che questa offenda.
Ho conosciuto e conosco adolescenti che si insultano dandosi del 'negro' e del 'gay' a vicenda, senza avere nulla contro le persone di colore o gli omosessuali. Mi sento offeso da ciò? Personalmente, no? Trovo che sia un comportamento accettabile in pubblico? No. Trovo che sia un comportamento accettabile in un libro per ragazzi? Assolutamente no.
Una persona potrebbe decidere di dipingere gli adolescenti nella maniera più realistica possibile, eppure non possiamo dare per scontato che tutti i lettori capiscano e discernano ciò che è giusto da ciò che è sbagliato — ciò che è accettabile da ciò che non lo è. Non voglio così insultare i lettori e non voglio fare supposizioni sulla loro intelligenza — eppure non riesco a tollerare, anche provandoci, gli insulti gratuiti, così come la violenza gratuita, il sesso gratuito e tante altre cose.

Onestamente, la mia sessualità non mi ha mai intralciato — sono arrivato ad un punto della mia vita in cui la mia sessualità è diventata una parte poco importante di me, a cui non credo vada data importanza o visibilità. È stato un percorso dall'esito positivo, ma a livello totalmente personale: io, Marco, non mi faccio mai ostacolare dalla mia sessualità, poiché non si mette in mezzo alle mie relazioni o ai miei hobby.
Eppure, provo a mettermi nell'ottica di persone più piccole di me, insicure — come potevo esserlo io qualche anno fa, ad esempio.
Se io fossi un ragazzino gay impaurito e confuso, e leggessi un libro per ragazzi per evadere da una realtà scomoda, come mi sentirei davanti a passaggi simili in cui i personaggi utilizzano gli stessi termini denigratori che i miei compagni di classe usano per offendere? Probabilmente starei male e mi confonderei ancora di più.

Non credo che la lettura debba essere un rifugio in cui scappare e non credo che nei libri ci debbano essere solamente cose belle. Sono anzi convinto che la lettura serva proprio a toccare corde emotive, e voglio essere sfidato dai libri che leggo, voglio vedere quanto possono riuscire a farmi provare.
Eppure, come una persona non dovrebbe mai offenderne gratuitamente un'altra, a farlo non dovrebbe esserlo nemmeno un libro.
In un periodo in cui i passi avanti sono stati moltissimi, leggere certe parole usate con tanta leggerezza in un libro mi riempie di tristezza e sconforto.
Non voglio un mondo migliore all'interno dei libri — voglio che a migliorare sia il mondo in cui vivo oggi.

6 commenti:

  1. Penso di sapere di quale libro stai parlando perché ho notato questi termini poco carini anche io durante la lettura... tuttavia c'ho sorvolato sopra senza ripensarci.
    Che dire riguardo all'argomento e al tuo articolo? Non si può negare che hai ragione... non mi sono piaciuti molto neanche a me quei passaggi e l'utilizzo di quei termini... però allo stesso tempo ho trovato la cosa - purtroppo e tristemente - realistica. Purtroppo ancora oggi ci sono un sacco di persone che non riescono ad accettare l'omosessualità e la vedono come una malattia o roba simile.
    Personalmente non mi piacciono le persone che la pensano così e a volte mi ritrovo anche a discuterci.
    Quindi capisco il tuo punto di vista ed effettivamente... ammetto che pur avendomi dato fastidio, non mi sono soffermata più di tanto su quel punto, ma effettivamente è poco educativo per quanto possa essere realistico e di certo se io fossi un povero ragazzino (o ragazzina) omosessuale, ci rimarrei male a leggere cose simili anche nei libri...

    Questi comportamenti andrebbero proprio scoraggiati... ma purtroppo ci sono talmente tante persone di mentalità chiusa che non si sa più che fare D:

    Personalmente, frequento un forum per scrittori (il writer's dream te lo volevo consigliare) da un mesetto e ho letto un racconto autobiografico di un ragazzo omosessuale... non ti dico come è stato trattato dai compagni e anche dai professori e da figure di potere come presidi etc... uno schifo veramente... di sicuro comunque puoi immaginare!

    Per quanto riguarda i libri poco educativi devo dire che però secondo me c'è anche di peggio... per quanto rispetti i gusti altrui... non capisco proprio come possa piacere l'idea di un ragazzo che stalkera e perseguita la sua fidanzata D: che esempio si da alle giovanissime? "Fatevi trattare male, quello è vero amore"?!

    Va beh ho scritto un mega commento XD sorry! Spero che c'hai capito qualcosa XD

    RispondiElimina
  2. Ogni volta che io ed il gruppo di cui faccio parte ci troviamo davanti ad una classe di adolescenti ripetiamo sempre le stesse cose e dopo un po' sembra di ripetere una poesia a memoria. Tra i svariati argomenti che affrontiamo c'è anche quello delle parole e del loro significato più nascosto. Un'offesa gratuita come lo può essere quel "finocchio" o "frocio" può risultare agli occhi di un adolescente una cosa normale da dire, anche se questo - proprio come hai detto tu - non ha niente contro gli omosessuali. Purtroppo in quell'istante, mentre sta pronunciando quella che per lui sembra l'offesa di routine quotidiana potrebbe esserci il suo migliore amico da parte che in profondo cova segretamente la sua omosessualità che in quel frangente viene colpita ed il suo orgoglio ucciso. Io so perfettamente come un ragazzino si esprime e so che ci sono altri mille termini da poter usare come insulto in un dialogo ricreato in un racconto. Purtroppo ho una visione idilliaca dei libri e cioè li vedo come un rifugio per chi non si ritrova nel mondo d'oggi. Non conosco bene il genere YA, ma credo che vista la fascia di età verso la quale è proiettato l'uso di certi termini dovrebbe essere evitato. Una persona "adulta" e una persona "affermata" con se stessa non avrà nessun problema a vedere un insulto del genere in un libro, ma tanti altri potrebbero rimanere colpiti da una delle tante "insignificanti" parole. Io vedo un mondo che sta facendo dei passi da gigante, sopratutto nell'ultimo periodo e sono sicuro che l'autore non abbia usato queste parole per denigrare qualcuno rendendosene completamente conto, credo anzi, che abbia solamente sottovalutato il peso delle sue parole. Non è comunque giustificabile questa sua leggerezza nell'esprimersi perché le parole, in qualsiasi contesto vengano usate (credo sopratutto in un contesto letterario) hanno il loro preciso significato e nono perdono solo perché si tratta di un racconto di fantasia.

    RispondiElimina
  3. Chapeau per il bellissimo articolo. Non so di quale libro tu stia parlando (e mi piacerebbe saperlo più che altro per potermi fare un'idea al proposito), ma condivido in pieno le tue affermazioni. Ritengo che gli YA, proprio per il tipo di pubblico a cui sono principalmente indirizzati, dovrebbero trattare con attenzione certi temi proprio perché potrebbero essere letti da chi ci si rispecchia e soffre nel vedersi apostrofato in un certo modo.
    Veramente stupenda questa tua riflessione!

    RispondiElimina
  4. Io mi batto terribilmente per questo argomento. Non capisco neanche perchè me la prendo tanto a cuore, sarà che mi metto sempre dalla parte delle minoranze perchè me ne sento parte anche io, sarà perchè ho conosciuto varie persone omosessuali alle quali l'unica cosa che vorresti fare è abbracciarle, ma veramente non riesco a farne a meno. E qui in Italia la situazione è terribilmente imbarazzante e triste. E viene dimostrato proprio da libri del genere! Anche perchè, ma che insegnamento credi di dare a dei ragazzi in questo modo?

    RispondiElimina
  5. Bellissimo articolo, quoto ogni tua singola parola.

    RispondiElimina
  6. Sono perplesso...
    da una parte trovo giusto che un autore non possa offendere direttamente una determinata categoria sociale, indipendentemente da quale sia.
    dall'altro, come lettore, ritengo che l'uso di un determinato linguaggio sia una scelta dell'autore nei confronti del target a cui è rivolto.
    Certo che se parliamo di YA non necessariamente l'intento dev'essere educativo, e il target adolescenziale risulta più o meno maturo per sopportare certi contenuti.

    il linguaggio esposto nel libro risulta appropriato al contesto,quello dell'insulto fra i giovani, e al target.
    l'autore, non so chi sia, non ho letto il libro in questione, ha tentato di riprodurre una situazione attuale, comune fra i giovani, e non credo debba essergli attribuita nessuna colpa.
    Certo avrebbe potuto usare altri termini, ma se erano appropriati alla situazione,trovo difficile criticarlo.


    In questo caso, il lettore omosessuale potrà sentirsi offeso, certo, ma dovrebbe essere conscio del fatto che l'autore si è limitato a descrivere una realtà perfettamente consona all'"ambientazione" del romanzo, senza intenti denigratori.
    Se poi si sente ancora turbato, perché non cambia libro? magari può vertere su qualcosa di più adatto alla sua sensibilità.

    per quanto riguarda il messaggio, se non voluto, non sussiste.
    mi spiego...
    qualsiasi cosa, qualsiasi elemento di un libro, può essere preso in esame per ricavarne un messaggio. la colpa a questo punto, non è dell'autore, ma del lettore.
    sentiamo spesso parlare, ad esempio nei telegiornali, di come videogiochi, fumetti, libri "istighino" alla violenza solo perché contengono scene "forti". inutile dire che sono tutte supposizioni.


    infine Non dimentichiamo che esistono numerosi romanzi, di denuncia e non, diretti ad un pubblico giovane, che di certo non contengono una morale, ma si limitano a esporre la realtà dei fatti, così com'è, con violenze, soprusi e razzismo, ed è giusto che sia così, altrimenti si scade nel banale o nel buonismo.



    RispondiElimina