sabato 6 aprile 2013

On gay things and making the world a better place

Principalmente, scrivo questo post perché posso. E perché tratta di qualcosa di cui avevo intenzione di parlare ormai da tempo. Si parlerà, come suggerisce il titolo, di "cose gay" e del rendere il mondo un posto migliore. Se queste due tematiche non vi danno fastidio, e avete intenzione di continuare a leggere... beh, complimenti! Siete degli esseri umani decenti.

you tried and you did it

Il punto è che un essere umano decente dovrebbe come minimo desiderare di cambiare il mondo. Probabilmente non lo farà, probabilmente non ne ha il coraggio, ma sotto sotto, dovrebbe volerlo. L'idea di poter fare qualcosa di tangibile e gratificante per la propria comunità è una delle scintille che spingono l'umanità ad andare sempre avanti, ed è una delle cose che più apprezzo nel nostro genere.
Eppure, irrimediabilmente, a volte mi sembra di star retrocedendo.
Proprio quando mi siedo soddisfatto sul letto, contento di poter assistere a iniziative meravigliose e conoscere gente degna di nota, bum. Arriva la batosta, ed il mondo mi sembra girare al contrario.
Proprio quando mi convinco che l'amore sia la forza più potente al mondo, qualcuno decide di scuotermi.
E così mi ritrovo a sentirmi uno dei pochi elementi volenterosi di rendere il mondo un posto migliore.

giovedì 28 febbraio 2013

Racconto breve: Cuore Meccanico



Titolo: Cuore Meccanico
Autore: Marco Locatelli
Genere: Sci-fi, romantico
Formato: EPUB, MOBI, PDF
Link: click here

Cuore Meccanico parla di un robot, un meccanico, che si ritrova a doversi confrontare con sentimenti umani; il tutto è condito da una vena drammatica e da qualche spruzzata di sci-fi.
È il primo racconto pubblicato su Galassia Cartacea, nato da un'esperienza personale in un periodo speciale, per una persona speciale. Quello della fantascienza non è un genere a cui sono avvezzo, ma in questo racconto prevale il romanticismo.
Spero possiate gradire la storia di questo robot dall'impermeabile giallo.

Ovviamente sono aperto a critiche, consigli e suggerimenti. Mi farebbe molto piacere se mi diceste cosa ne pensate :)


Il racconto è TOTALMENTE gratuito: ciò che viene chiesto in cambio è un'innocente condivisione su twitter o su facebook.

Per scaricarlo basta cliccare QUI o sul bottone sottostante:



Licenza Creative Commons

sabato 16 febbraio 2013

How reading bad books affects you as a writer

Settimana scorsa i miei genitori hanno deciso, di punto in bianco, di vendere i miei due computer (fisso e portatile) per potermene comprare uno nuovo, più performante e comodo da usare. Sono subito stato d'accordo con questa loro decisione, essendo che da molto tempo desideravo poter navigare in internet e scrivere con tranquillità — eppure mai mi sarei aspettato che avrebbero venduto il mio computer fisso lo stesso giorno, e il portatile il giorno dopo.

Sono dunque rimasto per un po' di giorni senza computer, riducendomi alla mezzanotte a scrivere racconti brevi o capitoli, poiché ho bisogno di un ambiente calmo e silenzioso per scrivere, ed essendo il computer di mia madre in sala non potevo nemmeno sperare di mettermi al lavoro durante le ore di luce.
Sono stati giorni difficili, tra sincronizzazioni del telefono mancate e musica persa (grazie Spotify, grazie di esistere).
In attesa dell'arrivo del mio nuovo portatile, che sto utilizzando ora, ci siamo messi a spostare un po' di cose in camera mia, tra cui il pezzo di mobilia che incorniciava il vecchio computer fisso e fungeva da scaffale multiplo. Ora quella parte della mia stanza, dunque la mia scrivania, sembra incredibilmente vuota, e dovrò trovare modi creativi per riempire il muro.

Il punto, però, non è questo. Il punto è che se mia madre si mette a spostare un oggetto in camera mia, automaticamente si metterà a fare le pulizie in ogni dove. Ed ha trovato questo libro:

faccia perplessa faccia perplessa faccia molto perplessa
Lezioni di scrittura creativa, autori vari, bla bla. Principalmente, è scritto da gente che nell'ambiente dell'editoria ci lavora come scrittore, editor, maestro e bla bla bla.
Ho comprato questo libro, se non mi sbaglio, quando avevo tredici anni e sognavo di diventare scrittore. Era un sogno strano, e debole; seguendolo ho fatto moltissime scelte che non avrei dovuto fare, e ho conosciuto realtà interessanti. Ora, però, è solo un lontano ricordo. Sognavo di scrivere libri fantasy ambientati in mondi magici e colorati, con personaggi adolescenti e situazioni estremamente classiche. Per questo avevo comprato il libro, perché la mia amica Luna, anche lei appassionata di letteratura e scrittura, ne aveva acquistato una copia caldeggiandomene la lettura. Ed ecco fatto.
Ricordo di averne letto pochi capitoli, e ricordo un passo che diceva espressamente di evitare i cliché e le situazioni inutili (come le descrizioni di un tizio che si imburra un panino).
Poi però è entrato nel dimenticatoio, luogo fisico e mentale.

Fino a qualche giorno fa. E appena l'ho preso in mano, le mie reazioni sono state due, abbastanza contrastanti.

  1. WOW, adesso che sto scrivendo romanzi potrei leggerlo e imparare cose nuove e migliorare e WOW!
  2. uhm, ma ne ho davvero bisogno?

Non fraintendetemi. Non credo di essere maturo come scrittore e non credo di non avere bisogno di guide. Però il ritrovamento di questa reliquia del passato (stiamo parlando dell'estate tra la terza media e il liceo. Quanti ricordi!) ha scatenato una serie di ragionamenti e riflessioni su quanto io sia cresciuto come scrittore e come persona.

A tredici anni leggevo libri fantasy e scrivevo storie incredibilmente simili a quelle di tali libri poiché mi piacevano talmente tanto che sentivo il bisogno di farle mie. Quando dico incredibilmente, intendo dire oh mio dio questo è plagio. In un certo senso, non me ne accorgevo nemmeno. Avevo iniziato il racconto di questo ragazzo che si ritrova accolto in un fitto bosco da un fauno dal nome che finisce in -umnus. Tale bosco, si scopre in seguito, è parte di un modo a cui capo siede un grande e regale lupo. Vi dice qualcosa?
Nonostante sognassi di diventare scrittore, scrivevo storie che non mi appartenevano, prendendo elementi apprezzati da altre parti e cercando di avvicinarmici il più possibile. Posso dire in tutta sincerità di essermi divertito molto: scrivere stava iniziando a diventare una realtà interessante e concreta.
Quando ho realizzato di aver praticamente copiato tutte le mie opere preferite, però, è stato un vero e proprio dramma. Realizzare di non avere idee proprie e di non riuscire a trovarne di originali è stato un colpo basso, e per anni interi non mi sono ripreso: ho lasciato da parte la scrittura e mi sono dedicato al disegno e ad altre cose. Fino a qualche tempo fa.

L'anno scorso è sorto in me il desiderio di provare, di nuovo, a creare attraverso la scrittura, e dopo aver passato i primi anni dell'adolescenza a scrivere racconti per niente originali mi sono promesso una cosa: di scrivere solamente ed unicamente storie originali, mai viste, che venissero direttamente dalla mia persona.
Questo è il mio motto personale, è la mia filosofia di scrittura. Se qualcosa non mi sembra originale, la cestino. Se non viene da me, non ci spenderò tempo. Ho diciannove anni, non tredici, e credo di poter benissimo sforzarmi a diventare uno scrittore solido e dalle buone idee. Cerco sempre di trovare, ovunque, quell'idea bizzarra che mi ispiri a migliorarmi come scrittore e come persona; cerco sempre di creare qualcosa di nuovo, che potrebbe piacere.

Però, pensando a ciò che ho fatto negli ultimi anni, mi chiedo cosa mi abbia effettivamente aiutato dal punto di vista stilistico, oltre che da quello narrativo. E, stupidamente, credo che ad aiutarmi così tanto siano stati i brutti libri.

Dicono che uno scrittore, per saper scrivere bene, debba leggere un sacco. E posso essere d'accordo. Però credo che ci sia differenza tra l'apprendere qualcosa da un libro bello, e l'apprendere qualcosa da un libro brutto. Chiaramente, una qualsiasi persona non potrà prendere la stessa identica cosa da due libri opposti, e trovo anche che questo discorso sia soggettivo e personale. Ma sono convintissimo di aver imparato di più leggendo libri orrendi, rispetto a libri dignitosi.

Quando leggo un bel libro, riesco a portarmi a casa delle sensazioni piacevoli, degli immaginari interessanti, dei tratti caratteriali inaspettati dei personaggi. Leggere un buon libro è sempre qualcosa di bello, perché equivale a passare dell'ottimo tempo leggendo qualcosa di qualità. Eppure, imparo da chi non sa scrivere.
Perché quando leggo un brutto libro, vedo gli errori che non vorrei mai fare, i dialoghi che non vorrei mai scrivere e i cliché che non sopporterei in un libro di mia creazione. Leggere un brutto libro, per quanto sia frustrante e tante volte odioso, mi aiuta a crescere come scrittore, in quanto separa con una linea netta ciò che potrei fare da ciò che non accetto, e lo fa con estrema chiarezza. Leggere un brutto libro, per me, equivale a conoscere dei limiti che, preso nella lettura di un buon libro, non riuscirei a vedere.

La domanda che mi pongo ora è la seguente: ho bisogno di un libro che mi insegni a scrivere attraverso apposite guide? E non riesco a trovarmi una risposta. So che nella scrittura ci sono meccaniche, tecniche e trucchi, e so di non essere nessuno per ignorarle, ma non posso fare altro che contemplare la mia crescita negli anni, quanto scrivere fanfiction durante l'adolescenza mi abbia aiutato, quanto leggere Young Adult da quattro soldi mi abbia insegnato cosa non fare, quanto i miei maestri siano comunque gli scrittori di libri di qualità e quanto io voglia avvicinarmici.
Ci sono diverse cose che fanno dunque crescere uno scrittore. Non metto nemmeno in dubbio che la lettura di libri belli mi abbia dato una spinta, ma riesco a trovare insegnamenti puramente tecnici leggendo qualcosa di povero a livello qualitativo. Mi è incredibilmente più facile vedere dove potrei sbagliare in una brutta creazione.

Credo che i brutti libri abbiano effetto sulla crescita di uno scrittore. Credo che, da questo punto di vista, siano importanti quanto i bei libri.
E credo che senza aver letto certi orrori non sarei mai riuscito ad arrivare dove sono ora — ossia al primo gradino di una scala lunghissima. La strada da fare è ancora lunga, ma il primo passo è importantissimo: io credo di averlo fatto nel modo più giusto.

giovedì 14 febbraio 2013

ERMAHGERD I'M IN A SHERT MERVIER

Ok. Ok. Non ho intenzione di dire altro. Potrei scrivere un post e dilungarmi un sacco e parlare di come questa sia stata una BELLISSIMA esperienza, ma no.
Perché non mi va di fare il melenso, o comunque quello che guarda indietro al suo passato e bla bla.
Guardatevi il video qui sotto, e dopo averlo fatto cliccate qui: potrebbe aprirvisi un mondo.


Logicamente, un ringraziamento speciale a Leonardo Patrignani, autore di Multiversum e Multiversum: Memoria, e a Maurizio Valente, il talentuosissimo regista.

domenica 10 febbraio 2013

Getting it out there

Negli ultimi tempi mi sono accorto di aver scritto davvero molte cose, da capitoletti sparsi di storie che mai finirò, a piccoli raccontini autoconclusivi.
Per quanto io non sia un autore pubblicato, scrivere è la cosa che mi aggrada di più: la soddisfazione del mettere la parola FINE in fondo ad un documento di testo è incredibilmente appagante.

Ora, se continuassi di questo passo finirei per scrivere un post melenso e romantico su quanto ami mettere le parole su carta, e non lo voglio fare per i seguenti motivi:

  • potete leggere post del genere ovunque;
  • i post che troverete online saranno sicuramente scritti meglio di questo;
  • il mio sarebbe incredibilmente noioso e non credo vogliate leggere qualcosa del genere. Inoltre non ho la minima voglia di scriverlo.
Quindi no, non scriverò un post sulla scrittura. Semplicemente, sono qui per proporvi un problema, una domanda. Tale domanda mi affligge ormai da tempo.


Io vorrei spargere le mie creazioni nell'etere. Ora, a 19 anni, sento il bisogno di rendere partecipi i miei followers in questo viaggio che fino ad ora mi ha dato un sacco di soddisfazioni.
Avere un sacco di prompt e capitoli sulla mia chiavetta è sicuramente bello, ma vorrei poterli condividere con il mondo, e ricevere, possibilmente, critiche.
Tempo fa ho iniziato a scrivere un racconto, chiamato Palla 8, con l'intenzione di volerlo pubblicare su Amazon in formato ebook, convinto che fosse cosa semplice e fattibile da tutti; ecco, beh, non lo è. Il racconto, incompleto, siede nel mio hard-disk, aspettando di essere concluso e condiviso. Ma che posso fare? Qual è il modo migliore per poter lanciare queste mie piccole storie?

Potrei creare post appositi, e lasciare un download con file pdf, epub e mobi, ma ho paura di certe conseguenze. Forse sono troppo protettivo, forse dovrei distaccarmi dall'idea dei miei racconti come quella di bambini partoriti da me, eppure non riesco a non contemplare il caso in cui un ladro dovesse impadronirsene. Ho paura che qualcuno rubi i miei file, le mie idee, nonostante non siano grandiosi file o brillanti idee; in ogni caso, e di questo non ho dubbi, ci ho buttato il sangue.

Potrei metterli online su uno dei tanti siti che permettono di creare veri e propri sfoglialibri, ma il sistema mi è sempre parso abbastanza macchinoso e vorrei condividere le mie storie con il maggior numero di persone tramite questo blog, lasciando che i miei possibili lettori leggano seduti al pc, oppure sul proprio lettore ebook. Escludo lo sfoglialibro a priori.

Quindi mi rivolgo a voi, cari amici. Ammesso e non concesso che vi interessi leggere i miei racconti, cosa potrei fare? Qual è il modo migliore per pubblicare dei racconti senza dovermi preoccuparmi assiduamente delle possibilità peggiori?
Mi affido a voi sperando che qualcuno abbia la risposta che cerco. Io sono emozionato ed agitato all'idea che qualcuno possa, in modo totalmente casuale, inciampare qui sul blog e trovare qualcosa di mia creazione. E se riuscissi a donare un sorriso a questo qualcuno tramite una storia o un personaggio, allora ne sarei sicuramente felice.

EDIT: mi sono dimenticato di dirvi che un mio racconto è stato effettivamente pubblicato, lo scorso autunno, sul fidato blog Sangue d'Inchiostro. Collaboro con tale blog già da un po' di tempo, e per lo speciale di Halloween ho avuto la possibilità di scrivere un racconto a tema. Un po' horror, ma molto divertente.
Lo potete trovare qui. Si chiama Punch :)

sabato 22 dicembre 2012

Sull'iniziare nuove cose

Generalmente, odio iniziare nuove cose. O meglio, inizialmente mi faccio prendere dall'euforia della partenza, come sempre, e poi, piano piano, mi affievolisco.
Stavo pensando, recentemente, all'iniziare un altro romanzo. So che dovrei continuare a scrivere La Ballata dei Colossi, ma non ci posso fare nulla se degli amabilissimi plot bunnies mi stanno saltellando attorno in questo momento.
kawaii desu
Quindi ho deciso di prendere in mano uno di questi amabilissimi coniglietti e di iniziare a scrivere. Il problema è che mi sono lasciato scoraggiare dall'inizio stesso.
Vedere una pagina in word mi distrugge. Non la classica pagina bianca, ma la pagina completa, perché penso "wow, solo una pagina, ho troppa strada da fare e non ce la farò mai". E lo so che questo autoinganno non mi farà mai bene, ma non riesco a farci nulla.
Dunque non ho risolto nulla. Rimango con coniglietti che saltellano attorno a me, e questo non mi permette di concentrarmi su un solo lavoro. Potrei provare a scrivere due romanzi parallelamente, ma... sarebbe, forse, troppo impegnativo.

Quindi, tanto per, ecco una lista dei progetti e coniglietti di oggi:
  • PROGETTO MEFISTOFELE: sì, il romanzo che sto scrivendo. Mi sono ancorato a 17000 parole e dovrei riprendere a scrivere a gennaio.
  • PROGETTO INGLESE: è un paranormal/YA, ma con un sacco di british lingo. Blimey! Un altro nome in codice di questo progetto è Rabbit, Rabbit, Rabbit.
  • PROGETTO DEEPDOWN: robottoni! Combattimenti! Civiltà antiche! Forse questo è il progetto meno verosimile a livello pratico tra tutti.
  • PROGETTO DEMONE: storia a cui tengo tantissimo e a cui penso da, ormai, mesi. In teoria sarebbe formata da tre romanzi, e questo continua a farmi desistere.
  • PROGETTO KENNEDY: ultimo plot bunny, dannazione. Onestamente ho ancora le idee poco chiare.
La morale della storia è che non sono capace di iniziare cose nuove. Mi faccio prendere dal panico di non riuscirci e, dopo una pagina o due, abbandono, convinto che un giorno lo farò, che un giorno sarà il momento giusto.
Eppure non ho mai il momento giusto per scrivere, credo. O almeno, per me è così. Se avessi davvero dei momenti giusti, programmati e attesi con ansia, allora scrivere sarebbe di una noia mortale.

giovedì 13 dicembre 2012

NaNoWriMo 2012 #4 - La fine?

Oggi mi sento particolarmente depresso. Non ho voglia di fare nulla. Non ho voglia di mangiare, non ho voglia di andare a farmi una doccia, non ho voglia di ascoltare musica e non ho voglia di leggere. Paradossalmente, l'unica cosa che ho voglia di fare è scrivere un post proprio qui.
Un po' perché è da TANTO che non scrivo, e perché ora che pubblicizzo il blog tramite il canale YouTube i visitatori avranno pure bisogno di qualcosa da leggere, no?
Comunque so che non dovrei scrivere cose personali, o scrivere di quanto io sia triste e sconsolato, ma ultimamente mi ritrovo in uno stato emotivo che fa a pugni con tutti i miei progetti, e non lasciar trasparire questa cosa sarebbe per me come mentire. Più o meno.
Fatto sta che dimenticatevi della depressione, ecco a voi la foto di una donna che ride da sola mentre mangia insalata:

Vi sembrerà strano, ma ne esiste un tumblr dedicato
Parliamo quindi della fine del NaNoWriMo. Com'è andata? Malissimo. Ma talmente male che peggio di così non sarebbe stato possibile. Ok, avrei potuto fare un incidente, e morire. Quello sì che sarebbe tato peggio.
In ogni caso, mi sono ancorato alle prime 17000 parole, mentendo spudoratamente ai miei genitori e dicendo di aver raggiunto le 20000. Se state pensando che 17000 siano poche, provate a scriverne voi. Comunque, mi sono ancorato e non ho più trovato la grinta di continuare. Brutta storia, eh?

Nì.
Nel senso che ho imparato diverse lezioni di vita che mi saranno utilissime nella mia futura carriera da scrittore navigato:

  • MAI iniziare a scrivere qualcosa per qualcuno se non per te stesso. Perché quando commetterai un errore di pensiero e la tua prospettiva su quel qualcuno cambierà, allora crollerà tutto il romanzo e sarà difficile rimetterlo in piedi;
  • Marco, abbi più fiducia nelle tue capacità. 17000 non sono 50000, ma non sono nemmeno poche. Questo vuol dire che dovresti imparare a valorizzarti senza arrenderti subito.
  • Circondati di buone persone. Circondati delle migliori persone che puoi trovare, e magari parla con loro, coinvolgile, sostienile. Perché ti parleranno, ti coinvolgeranno e ti sosterranno. Fare un NaNo da solo è un'esperienza ORRIBILE. Chiuso in camera ogni giorno al buio... no, non lo farò mai più in questo modo.
E niente. Questo è quello che è successo.
Perché ne parlo ora? Perché ci sono stato talmente male che, se ne avessi parlato a fine novembre, mi sarei messo a piangere e non sarei mai riuscito a scrivere un post sensato e/o registrarci un video.
Mi dispiace per le persone che hanno riposto fiducia in me e non hanno visto arrivare risultati, ma hey, non temete! Conto di finire questo romanzo entro la prossima estate. Inoltre attorno a me stanno saltellando, in questo momento, dei plot bunnies davvero carinissimi. Chissà, potrei raccoglierne uno un giorno, ed adottarlo.

Oggi, però, rimarrò a casa a guardare fuori dalla finestra, sperando che capiti qualcosa e che mi passi il mal di vivere.
Buona continuazione a tutti.