sabato 16 febbraio 2013

How reading bad books affects you as a writer

Settimana scorsa i miei genitori hanno deciso, di punto in bianco, di vendere i miei due computer (fisso e portatile) per potermene comprare uno nuovo, più performante e comodo da usare. Sono subito stato d'accordo con questa loro decisione, essendo che da molto tempo desideravo poter navigare in internet e scrivere con tranquillità — eppure mai mi sarei aspettato che avrebbero venduto il mio computer fisso lo stesso giorno, e il portatile il giorno dopo.

Sono dunque rimasto per un po' di giorni senza computer, riducendomi alla mezzanotte a scrivere racconti brevi o capitoli, poiché ho bisogno di un ambiente calmo e silenzioso per scrivere, ed essendo il computer di mia madre in sala non potevo nemmeno sperare di mettermi al lavoro durante le ore di luce.
Sono stati giorni difficili, tra sincronizzazioni del telefono mancate e musica persa (grazie Spotify, grazie di esistere).
In attesa dell'arrivo del mio nuovo portatile, che sto utilizzando ora, ci siamo messi a spostare un po' di cose in camera mia, tra cui il pezzo di mobilia che incorniciava il vecchio computer fisso e fungeva da scaffale multiplo. Ora quella parte della mia stanza, dunque la mia scrivania, sembra incredibilmente vuota, e dovrò trovare modi creativi per riempire il muro.

Il punto, però, non è questo. Il punto è che se mia madre si mette a spostare un oggetto in camera mia, automaticamente si metterà a fare le pulizie in ogni dove. Ed ha trovato questo libro:

faccia perplessa faccia perplessa faccia molto perplessa
Lezioni di scrittura creativa, autori vari, bla bla. Principalmente, è scritto da gente che nell'ambiente dell'editoria ci lavora come scrittore, editor, maestro e bla bla bla.
Ho comprato questo libro, se non mi sbaglio, quando avevo tredici anni e sognavo di diventare scrittore. Era un sogno strano, e debole; seguendolo ho fatto moltissime scelte che non avrei dovuto fare, e ho conosciuto realtà interessanti. Ora, però, è solo un lontano ricordo. Sognavo di scrivere libri fantasy ambientati in mondi magici e colorati, con personaggi adolescenti e situazioni estremamente classiche. Per questo avevo comprato il libro, perché la mia amica Luna, anche lei appassionata di letteratura e scrittura, ne aveva acquistato una copia caldeggiandomene la lettura. Ed ecco fatto.
Ricordo di averne letto pochi capitoli, e ricordo un passo che diceva espressamente di evitare i cliché e le situazioni inutili (come le descrizioni di un tizio che si imburra un panino).
Poi però è entrato nel dimenticatoio, luogo fisico e mentale.

Fino a qualche giorno fa. E appena l'ho preso in mano, le mie reazioni sono state due, abbastanza contrastanti.

  1. WOW, adesso che sto scrivendo romanzi potrei leggerlo e imparare cose nuove e migliorare e WOW!
  2. uhm, ma ne ho davvero bisogno?

Non fraintendetemi. Non credo di essere maturo come scrittore e non credo di non avere bisogno di guide. Però il ritrovamento di questa reliquia del passato (stiamo parlando dell'estate tra la terza media e il liceo. Quanti ricordi!) ha scatenato una serie di ragionamenti e riflessioni su quanto io sia cresciuto come scrittore e come persona.

A tredici anni leggevo libri fantasy e scrivevo storie incredibilmente simili a quelle di tali libri poiché mi piacevano talmente tanto che sentivo il bisogno di farle mie. Quando dico incredibilmente, intendo dire oh mio dio questo è plagio. In un certo senso, non me ne accorgevo nemmeno. Avevo iniziato il racconto di questo ragazzo che si ritrova accolto in un fitto bosco da un fauno dal nome che finisce in -umnus. Tale bosco, si scopre in seguito, è parte di un modo a cui capo siede un grande e regale lupo. Vi dice qualcosa?
Nonostante sognassi di diventare scrittore, scrivevo storie che non mi appartenevano, prendendo elementi apprezzati da altre parti e cercando di avvicinarmici il più possibile. Posso dire in tutta sincerità di essermi divertito molto: scrivere stava iniziando a diventare una realtà interessante e concreta.
Quando ho realizzato di aver praticamente copiato tutte le mie opere preferite, però, è stato un vero e proprio dramma. Realizzare di non avere idee proprie e di non riuscire a trovarne di originali è stato un colpo basso, e per anni interi non mi sono ripreso: ho lasciato da parte la scrittura e mi sono dedicato al disegno e ad altre cose. Fino a qualche tempo fa.

L'anno scorso è sorto in me il desiderio di provare, di nuovo, a creare attraverso la scrittura, e dopo aver passato i primi anni dell'adolescenza a scrivere racconti per niente originali mi sono promesso una cosa: di scrivere solamente ed unicamente storie originali, mai viste, che venissero direttamente dalla mia persona.
Questo è il mio motto personale, è la mia filosofia di scrittura. Se qualcosa non mi sembra originale, la cestino. Se non viene da me, non ci spenderò tempo. Ho diciannove anni, non tredici, e credo di poter benissimo sforzarmi a diventare uno scrittore solido e dalle buone idee. Cerco sempre di trovare, ovunque, quell'idea bizzarra che mi ispiri a migliorarmi come scrittore e come persona; cerco sempre di creare qualcosa di nuovo, che potrebbe piacere.

Però, pensando a ciò che ho fatto negli ultimi anni, mi chiedo cosa mi abbia effettivamente aiutato dal punto di vista stilistico, oltre che da quello narrativo. E, stupidamente, credo che ad aiutarmi così tanto siano stati i brutti libri.

Dicono che uno scrittore, per saper scrivere bene, debba leggere un sacco. E posso essere d'accordo. Però credo che ci sia differenza tra l'apprendere qualcosa da un libro bello, e l'apprendere qualcosa da un libro brutto. Chiaramente, una qualsiasi persona non potrà prendere la stessa identica cosa da due libri opposti, e trovo anche che questo discorso sia soggettivo e personale. Ma sono convintissimo di aver imparato di più leggendo libri orrendi, rispetto a libri dignitosi.

Quando leggo un bel libro, riesco a portarmi a casa delle sensazioni piacevoli, degli immaginari interessanti, dei tratti caratteriali inaspettati dei personaggi. Leggere un buon libro è sempre qualcosa di bello, perché equivale a passare dell'ottimo tempo leggendo qualcosa di qualità. Eppure, imparo da chi non sa scrivere.
Perché quando leggo un brutto libro, vedo gli errori che non vorrei mai fare, i dialoghi che non vorrei mai scrivere e i cliché che non sopporterei in un libro di mia creazione. Leggere un brutto libro, per quanto sia frustrante e tante volte odioso, mi aiuta a crescere come scrittore, in quanto separa con una linea netta ciò che potrei fare da ciò che non accetto, e lo fa con estrema chiarezza. Leggere un brutto libro, per me, equivale a conoscere dei limiti che, preso nella lettura di un buon libro, non riuscirei a vedere.

La domanda che mi pongo ora è la seguente: ho bisogno di un libro che mi insegni a scrivere attraverso apposite guide? E non riesco a trovarmi una risposta. So che nella scrittura ci sono meccaniche, tecniche e trucchi, e so di non essere nessuno per ignorarle, ma non posso fare altro che contemplare la mia crescita negli anni, quanto scrivere fanfiction durante l'adolescenza mi abbia aiutato, quanto leggere Young Adult da quattro soldi mi abbia insegnato cosa non fare, quanto i miei maestri siano comunque gli scrittori di libri di qualità e quanto io voglia avvicinarmici.
Ci sono diverse cose che fanno dunque crescere uno scrittore. Non metto nemmeno in dubbio che la lettura di libri belli mi abbia dato una spinta, ma riesco a trovare insegnamenti puramente tecnici leggendo qualcosa di povero a livello qualitativo. Mi è incredibilmente più facile vedere dove potrei sbagliare in una brutta creazione.

Credo che i brutti libri abbiano effetto sulla crescita di uno scrittore. Credo che, da questo punto di vista, siano importanti quanto i bei libri.
E credo che senza aver letto certi orrori non sarei mai riuscito ad arrivare dove sono ora — ossia al primo gradino di una scala lunghissima. La strada da fare è ancora lunga, ma il primo passo è importantissimo: io credo di averlo fatto nel modo più giusto.

6 commenti:

  1. Secondo me stai facendo la scelta giusta. Non penso che ti serva leggere un libro sulla scrittura creativa per imparare a scrivere. Mi spiego, se leggo un libro sulla tecnica sciistica non imparo certo a sciare. Soprattutto qualche anno fa mi sarebbe piaciuto diventare una scrittrice, davvero. Mi sono resa conto però che riesco a scrivere abbastanza bene quando si tratta di articoli e non di storie. Per adesso ho messo un po' da parte questo sogno, chissà che un giorno non mi cimenti sul serio nella scrittura (più per me che per la fama). Concordo l'idea che per scrivere bisogna prima di tutto leggere tanto, poi ognuno deve trovare la sua strada. Ho visto e apprezzato moltissimo il tuo video riguardante quello che succede nel panorama young adult italiano, con i libri tutti uguali che ci vengono propinati, così come ho letto l'articolo che hai pubblicato su Sangue d'Inchiostro. Almeno una cosa i libri brutti la fanno: ti migliorano come scrittore. Mi piace lo stile che usi nei tuoi articoli e spero che tu possa continuare a coltivare il tuo sogno, diventando un grande scrittore con delle storie originali e tutte tue.

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    1. Ciao Olivia. Ho impiegato fin troppo tempo a decidermi di rispondere a questo tuo messaggio perché tra una cosa e l'altra mi sono perso per strada. Perdono.
      Il tuo commento mi riempie di speranza. È incredibilmente commovente — davvero, non scherzo — vedere qualcuno che ripone fiducia in te. Ci sono giorni in cui scrivo per ore, arrivando alle tre della notte con le occhiaie ed una soddisfazione inspiegabile. Altri giorni invece mi abbatto e mi chiedo "ma chi me lo fa fare?" e minaccio di buttare via interi scritti per capriccio. Sono i messaggi come i tuoi che mi fanno prendere coscienza di ciò che sono e di ciò che posso diventare. Magari non diventerò un grande scrittore, ma grazie a contributi come il tuo sicuramente non perderò mai la speranza di coltivare le mie passioni :)
      Spero leggerai (o abbia già letto) il racconto breve appena pubblicato, e spero sia di tuo gradimento.

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  2. Anche io come te adoro scrivere! Quando ero un po' piccola iniziavo sempre delle storie che lasciavo in tredici dopo poche pagine...
    Poi maturando e crescendo e leggendo sempre di più sono arrivata diciamo ad un "livello superiore" un paio di estati fa ho scritto una storia e sono arrivata oltre le 130 pagine (circa) dopo mi sono bloccata... però per me è stato un grande traguardo riuscire ad andare avanti così tanto con qualcosa!
    Alla fine ho accantonato quella storia perché per qualche motivo a me oscuro - nonostante adori il modo in cui l'ho scritta e quando l'ho riletta non molto tempo fa pensavo 'omg l'ho scritto io?!' non sapevo più come continuarla D:
    Poi ho provato con un altro progetto... sta volta facendomi schemi su come doveva andare la trama e su come doveva andare a finire... però qui invece mi sono complicata troppo la vita XD una trama davvero troppo complicata, intrecciata, pretenziosa... e ho accantonato pure questo!
    Adesso dopo un periodino di pausa di qualche mese, ho avuto una nuova idea e sto cercando di svilupparla al meglio... senza troppa fretta. Come ti avevo detto già da qualche parte e non ricordo dove (XD) ho proprio come te il desiderio di scrivere qualcosa di originale, non banale! Che non sia già visto e che non sia stereotipato e pieno di cliché e spero proprio che questa sia la volta buona :)
    Ok ho scritto un romanzo solo per raccontare sta cosa XD magari non gli e ne frega niente a nessuno...
    Ma era solo per dire che secondo me, non bisogna farsi influenzare troppo, bisogna andare a tentativi, trovare il proprio metodo e trovare una storia che a noi piaccia, che sentiamo nostra e che riusciamo a portare avanti fino alla fine e che alla fine ci faccia essere orgogliosi!
    Spero di riuscirci prima o poi e spero ci riesca anche tu ;)

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    1. Denise! Credo di avertelo già detto TROPPE volte: adoro il tuo blog, mi ha colpito da subito, bla bla bla. Non c'è bisogno che mi ripeta. Ma sapere che una persona che stimo così tanto legge quello che scrivo mi scioglie, davvero.
      Spero tu riesca a scrivere questa tua nuova storia. Se avessi bisogno di un supporto morale, o anche di un supporto puramente pratico, io ci sono, per quel poco che posso fare. So cosa sia la frustrazione che si prova scrivendo — nonostante tale frustrazione sia, in certi casi, incredibilmente appagante.
      E di nuovo, credo che il tuo contributo alla community dei blogger letterari italiani sia davvero notevole. Ti auguro il meglio per i tuoi scritti e per tutto il resto, davvero!
      Grazie mille per gli incoraggiamenti: mi sono utilissimi.

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    2. *risponde dopo una vita*
      Cavolo ma sul tuo blog lascio davvero commenti sempre lunghissimi XD

      Comunque grazie per i consigli e grazie anche per tutta questa stima che hai di me e del mio blog! Ti posso assicurare che è assolutamente reciproca :D
      Adesso ho provato a rimettermi dietro alla storia complicata di cui parlavo nel commento prima (quella che era troppo complessa e avevo messo da parte) e ho steso una scaletta... sono andata avanti, ma vado un po' a rilento... dopo una ri-carica iniziale il mio entusiasmo è scemato un po' XD ce la farò mai a finire qualcosa?! Il bello è che questa idea mi piace, penso possa funzionare... ma non riesco a scrivere in modo costante D: uff! Però ce la voglio fare v.v e ce la farò (si spera) grazie dell'incoraggiamento, conta molto :D

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  3. Leggere tanto è davvero una cosa utilissima per uno scrittore, nel bene e nel male. Quindi leggendo sia bei libri che non. Secondo me però è molto importante scrivere non tanto, ma tantissimo! Cioè, non intendo che bisogna continuamente sfornare racconti o romanzi, ma scrivere. Punto. E da quel che ho capito tu lo stai già facendo. ;) Poi, credo che alcuni libri sulla scrittura possano aiutare molto, ma purtroppo non ne so molto in questo campo.

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